Nocciole

La Nocciola è un prodotto d’eccellenza dei monti Cimini, prodotto quasi prevalentemente nell’area del comune di Caprarola, da cui la famosa Sagra della Nocciola che si celebra ogni anno alla fine di Agosto.

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Prodotti Tipici Caprarola

Vieni a scoprire i prodotti tipici di Caprarola, nocciole, castagne, dolci, vini, oli, salse, pasta, sughi, salumi, formaggi, ed una dispensa ricca di tradizioni culinarie ed enogastronomiche.La cucina ed i prodotti enogastronomici provengono prevalentemente dalla cultura contadina, quindi piatti semplici ma ricchi di sapore che, opportunamente interpretati e valorizzati, diventano piatti importanti e molto richiesti sulle tavole dei ristoranti locali.A Caprarola si producono le famose nocciole DOP che rappresentano la risorsa principale dell’economia, la cui qualità è sicuramente una delle più apprezzate al mondo. 
Dalla nocciola si producono molti derivati, come granella, nocciole tostate e la famosa “Vellutata Nocciola”, una squisita crema di cioccolata alle nocciole.
Ovviamente i deliziosi dolci alle nocciole come i tozzetti, gli amaretti, le ciambelle, i brutti e buoni, i maritozzi e le pizze di Pasqua.
Altrettanto prelibati sono i dolci alle castagne di Caprarola e della Riserva Naturale Lago di Vico, la crema di marroni ed i marroni canditi.
Anche olio extravergine d’oliva, castagne, salsicce, salumi e formaggi rappresentano una parte importante delle tradizioni e delle tipicità di Caprarola.

Il Palazzo Farnese di Caprarola e i suoi segreti

Se Firenze è la culla del Rinascimento, Caprarola racchiude la sintesi della massima espressione tardo rinascimentale, un concentrato di opere pittoriche realizzate dai grandi artisti del ‘500, l’estro degli architetti Sangallo e Vignola, i giardini all’italiana intriganti ed enigmatici e poi…

Un tuffo nei sapori della Tuscia per gruppi di turisti

Una promozione diretta con una precisa operazione di marketing
Fermarsi nella Tuscia per una breve sosta ed assaggiare i tanti prodotti del nostro territorio, diventa una tappa sempre più ambita da Tour Operator ed Agenzie di Viaggio internazionali che possono contare oggi su un partner attento ed efficiente capace di dare servizi a 360 gradi.

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Le Nocciole del Lago di Vico

Chi avrebbe mai immaginato che quella valle, quella piana fertile venisse un giorno ricoperta da floridi noccioleti.
Di certo i Farnese nel ‘500 fecero abbassare le acque del lago per sfruttare la caduta dell’emissario per alimentare ferriere e cartiere di Ronciglione e per portare in superfice terreno coltivabile.

La nocciola Tonda Gentile Romana, Cornylus Avellana cultiva, cresce meravigliosamente nei terreni di origine vulcanica del lago di Vico, luogo ideale per la sua coltivazione. Gli esperti attribuiscono a questa nocciola del viterbese un contenuto di grassi minore rispetto a quelle raccolte nella zona orientale nel Lazio. E’ di forma rotonda, presenta un seme medio-piccolo, un aroma gradevole e un sapore delicato ma persistente.

La raccolta avviene tra la fine di agosto e la fine di settembre. Gli esperti attribuiscono alla nocciola viterbese, a forma tonda, un contenuto di grassi minore di quello che caratterizza la nocciola di provenienza orientale. Di forma subsferica, la polpa chiara e consistente, svela all’assaggio il gusto delicato tipico di questa varietà. I grassi insaturi presenti, oltre a fornire un buon apporto nutritivo, segnalano, con un gusto di rancido o di muffa, le nocciole scadenti, perché vecchie, raccolte in ritardo o mal conservate.

Nel comprensorio Cimino la presenza del nocciolo e, in particolare, della varietà Tonda Gentile Romana, risale a tempi antichissimi. Sembra che esistesse prima dei romani allo stato selvatico nel sottobosco. Giuseppe Nizi, in “Il Nocciuolo nella zona del Cimino”, del 1949, riporta che presso i Romani il legno di nocciolo era bruciato durante i sacrifici al Dio Giano, sul colle di Carbognano, e utilizzato per torce augurali durante le nozze.

La nocciola “Tonda Gentile Romana” si è ritagliata, fin dall’inizio del XX sec. un ottimo mercato, in particolare, è stata, ed è, molto ricercata nell’industria dolciaria per la preparazione del cioccolato e di dolci tradizionali come i tozzetti viterbesi ed il panpepato, solo recentemente ha trovato qualche utilizzazione anche in piatti di carne, come il coniglio in umido alle nocciole. 


In pasticceria può essere usata intera o sminuzzata in granella, oppure ridotta in polvere e trasformata in pasta.  Si trova anche in numerose ricette di piatti di carne, come il coniglio in umido alle nocciole, tipico di queste zone.È tuttavia nel campo della confetteria che essa trova la sua più completa utilizzazione per la confezione di torroni, croccanti, praline, gianduiotti, cioccolato nocciolato, ripieni per cioccolatini e confetti, caramelle nougatine, dolcetti caramellati e tipiche paste da spalmare.

E’ tra i prodotti laziali iscritti nell’ Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali(pubblicato sulla  G.U. n. 142/2012, supplemento ordinario n. 124).

1° Premio Nazionale del Dolce con Nocciola Tonda Gentile Romana

Si è svolto a Ronciglione, il 7 e 8 Novembre 2009, nel seicentesco “Palazzo delle Maestranze” in Ronciglione il 1° Premio Nazionale del Dolce con Nocciola Tonda Gentile Romana organizzata dall’Associazione 1728 Città di Ronciglione insieme ad un comitato scelto.
 Un evento unico in Italia con l’obiettivo di rivalutare la nocciola tonda gentile romana e valorizzare la risorsa “nocciolo”.

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Chi Siamo

Lago di Vico .net è un sito internet che ha il compito di pruomuovere il turismo nell’area del lago di Vico e ei Cimini e la valorizzaione dei prodotti Tipici del Territorio della Tuscia. Un  progetto che supporta Tuscia Doc, i Centro per la promozione del turismo enogastronomico in Tuscia.

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Vignanello

 

 

 

La cresta di tufo su cui sorge il paese si estende da Vallerano fino alla conca della valle che si apre ai sui piedi. Lungo questo dorso tufaceo sorsero i primi insediamenti falisci tra il IX e l’VIII sec. a.C., testimoniati dagli innumerevoli ritrovamenti di tombe e di ricchi corredi funerari che fanno dell’antica Vignanello un centro di grande importanza, protetto da alte mura di fortificazione e torri di guardia, i cui rapporti commerciali furono molto intensi con altre importanti realtà tra cui Cerveteri. Nelle campagne circostanti il paese sono state rinvenute altre testimonianze importanti.
Molti dei corredi funerari, vasellami di bucchero kyathos e tanti altri oggetto di raro valore sono conservati al Museo di Villa Giulia a Roma ed al Museo Archeologico di Civita Castellana. Anche se furono i Falisci a porre la prima pietra, tutto ciò che oggi si vede fu realizzato prevalentemente tra il medioevo ed il rinascimento. Probabilmente i primi veri insediamenti si costituirono intorno al VII sec., quando alcuni abitanti delle campagne circostanti decisero di riunirsi per proteggersi dalla ferocia dei Barbari costruendo un primo castello.
Nel 1170 il paese venne conquistato da Federico I di Hohenstaufen, detto Barbarossa, con il quale fu spesso in contrasto a causa dell’indole indipendente dei vignanellesi, tanto che nel 1228 la città venne assalita dai viterbesi e molte case andarono in rovina tra cui la grande torre di Damiata. Con la nomina di papa Niccolò III Orsini, il castello ed il paese passarono agli Orsini e lo governarono finché il pontefice ebbe vita, ma, come ad ogni nuovo papa, nuovi signori guidarono Vignanello. I secoli bui del medioevo nella Tuscia furono movimentati dalla ascesa dei Di Vico che in breve tempo avevano esteso notevolmente i propri possedimenti, ora acquistati ora presi con la forza, come accadde a Vignanello.
I Di Vico vennero cacciati nel 1383 da un esercito di Urbano IV inviato a ripulire il versante della montagnola dai prepotenti feudatari, prendendo possesso dei territori appartenenti alla Chiesa e così fu fino al 1504, eccetto alcuni periodi in cui passarono alla guida di Vignanello le famiglie più in vista dell’epoca; i Nardini, i Doria, gli Orsini e i Borgia. Quando venne nominato papa, Clemente VII Medici volle affidare il feudo a Beatrice Farnese e quando ella morì il paese rimase ai Farnese poiché suo zio, card.Alessandro Farnese, era già salito al soglio pontificio con il nome di Paolo III.
Tale investitura gli permise di affidare la contea di Vignanello ad Ortensia Farnese, già sposa del Conte Sforza Marescotti, da cui discendono gli attuali proprietari del castello, i Ruspoli. In questo periodo, sotto la guida del Vignola, venne ricostruito il meraviglioso castello con il rifacimento dell’atrio e la sua conseguente copertura dal tetto. Ancora oggi il grande castello Ruspoli è ben mantenuto e rappresenta un monumento molto importante, con le sue mura merlate, ponti levatoi e profondi fossati, mentre l’interno conserva pregevoli affreschi e ritratti dei signori del castello.
Dal castello si accede ai giardini del grande parco pensile, realizzato su volere di Ottavia Orsini, figlia del Famoso Vicino di Bomarzo, quando divenne sposa di Marcantonio, nipote dei Marescotti. Una pronipote di Beatrice Farnese divenne santa quando, dopo una vita dedita al lusso, decise di punirsi per i sui peccati dedicandosi alla cura dei malati e dei poveri finché ebbe vita.

L’attuale centro storico di Vignanello è percorso da viuzze che si snodano tra gli antichi edifici, con caratteristiche scale che scendono lungo i ripidi pendii su cui sorge il paese. Vignanello, oltre i monumenti, è famosa per la grande produzione di vino delle sue vaste estensioni di vigneti, da cui la grande festa del vino che si celebra ogni anno ad agosto.

Tra i monumenti da vedere:
Palazzo Ruspoli, imponente e meraviglioso castello del IX sec. e successivamente rimaneggiato fino alle attuali forme.
Rappresenta, insieme al giardino, uno dei più importanti monumenti dell’alto Lazio.
Per le visite: accordi con il Principe Ruspoli, Tel. 0761-754013, 06-6878884

Collegiata di S.Maria, la grande chiesa fu eretta nel 1723 e sorge proprio di fronte al castello. Recentemente restaurata presenta la sua maestosità con la splendida facciata. All’interno conserva opere importanti di varie epoche, tra cui un pregevole organo barocco e, sull’altare, una grandiosa gloria per dimensioni e per il genere.


SPETTACOLI E FESTE
6-8 AGOSTO FESTA DI S.BIAGIO
: il Sabato sera, dopo la processione, spettacolare bengalata dal castello Ruspoli. Il Lunedì fuochi artificiali.
10-15 AGOSTO FESTA DEL VINO: degustazioni gastronomiche, mostre, spettacoli e carri allegorici che verranno ripetuti anche di notte.

NUMERI UTILI Tel. 0761
CARABINIERI, 0761-755463
COMUNE, 0761-754196
PRONTO SOCCORSO, Civita Castellana 0761-516113, Viterbo 0761-3391
 

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Itinerari Medievali – Tuscia

Itinerari Medievali nella provincia di Viterbo: Castelli, Borghi arroccati, Chiese

 

La Tuscia conserva ancora molte testimonianze medievali, antichi borghi arroccati, chiese romaniche, castelli e centri storici in cui l’impianto medievale non ha subito grandi alterazioni, come il Quartiere medievale di San Pellegrino, a Viterbo. Un gioiello di architettura medievale in cui regna la pietra viva del peperino, dove s’innalzano le alte torri erette dai signori feudatari e dalle potenti famiglie dell’epoca.

L’itinerario inizia proprio da Viterbo e si estende ai borgi più importanti.

1° Itinerario
Viterbo
Vitorchiano
Bomarzo
Soriano nel Cimino

2° Itinerario
Montefiascone
Bolsena
Proceno

3° Itinerario
Civita Castellana
Calcata
Nepi

4° Itinerario
Ronciglione
Capranica
Barbarano Romano
Blera

 

 

Capranica – Turismo

Capranica è arroccata su una rupe a schiena d’asino e, come un tempo, vi si accede dai due attuali ingressi. Gli Anguillara dominarono a lungo il paese ed erano in perenne conflitto con altri potenti per contendersi il dominio sulle terre circostanti.
Una volta cacciati gli Anguillara il paese fu guidato da varie signorie come avveniva ad ogni nomina di un nuovo papa tra cui i Barberini, gli Aldobrandini, gli Altemps ecc. Il centro storico ancora ben conservato conferma l’importanza che assunse il paese quando la via Cassia venne spostata su questo versante dei Cimini da Papa Urbano VIII, ma il periodo di massimo splendore venne raggiunto verso la fine del XVI sec., quando il card. Altemps, allora governatore pontificio, fece costruire nuovi palazzi e chiese tra cui villa Sansoni-Montenero, probabilmente su disegno del Vignola.
Nel corso dei secoli l’antico borgo si estese notevolmente senza subire gravi sconvolgimenti e l’assetto urbano si divise in tre zone; la più antica, con il vecchio castello Anguillara – alla quale si accede dalla Porta del Ponte, il quartiere rinascimentale – incastonato tra le due porte – e la zona più recente, fuori delle mura.
Capranica è famosa anche per la grande produzione di nocciole.

Da Vedere   

Chiesa di S. Francesco: fu costruita nel XII sec. e successivamente ampliata. All’interno, oltre opere di varie epoche, custodisce il magnifico sepolcro in forme gotiche del 1400 dei gemelli Anguillara, Francesco e Nicola.

Chiesa di S.Giovanni: risale al periodo romano. Quasi completamente ristrutturata conserva il campanile originale.
Chiesa di S.Maria: questo edificio datato XIII sec. ha subito notevoli restauri e ricostruzioni verso la fine dell’800. All’interno tavole, tele ed affreschi dal XIII al XVI sec. tra cui un pregevole trittico con S.Terenziano, S.Sebastiano S.Rocco.

Chiesa di S.Pietro: la più antica, probabilmente del X sec.
Chiesa di S.Rocco e Chiesa della Madonna della Grazie: uscendo dal paese, dir. Roma, si incontrano le due piccole chiesette.

SPETTACOLI E FESTE
17 GENNAIO S.ANTONIO, la sera della vigilia si accende un grande fuoco nella piazza. Il 17 benedizione degli animali e manifestazioni popolari.
FEBBRAIO CARNEVALE, maschere, satre e carri allegorici.
APRILE PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO
MAGGIO MOSTRA MERCATO, artigianato, antiquariato.
LUGLIO TUTTO FA SPETTACOLO
, decine di artisti si contendono l’ambito riconoscimento canoro.
10 SETTEMBRE PALIO DEI RIONI E MOSTRA MERCATO, artigianato e antiquariato.

Riserva Naturale Lago di Vico – Caprarola

La storia della valle del Lago di Vico è legata a leggende ed alla mitologia che vuole Ercole artefice della formazione del lago di Vico.
Ciò che oggi si vede è la testimonianza di una lunga attività vulcanica del vulcano Vicano, la cui fisionomia ancora oggi si riconosce dai crinali della conca craterica che circoscrivono il lago.
Successivamente allo sprofondamento del vulcano, al suo interno emerse il piccolo cono lavico del Monte Venere che per millenni rimase un isola abbracciata dalle acque del lago.
Tutta la zona si ricoprì di una fitta estensione di boschi, tanto impenetrabili da incutere timore anche alle legioni romane. Solo nel 310 a.C. i Romani attraversarono questa intricata “Selva Cimina” tracciando il percorso della consolare Cassia che inizialmente costeggiava la valle del lago per risalire e scavalcare il crinale nord ad 800 metri di quota. Ancora oggi quelle foreste ricoprono i valichi ed i crinali fino a valle, dove prevale la coltura del nocciolo e del castagno. La zona pianeggiante della valle molto fertile è l’estensione venuta alla luce con l’abbassamento del livello del lago attraverso un emissario sotterraneo scavato dagli Etruschi e successivamente dai Farnese.
La Riserva si estende su 3200 ettari, suddivisi quasi equamente in boschi d’alto fusto, lago, coltivazioni di noccioleti e castagneti che per la zona rappresentano la risorsa primaria dell’ economia.

 

Il lago di Vico
Il lago si estende per circa 12 chilometri quadrati, con un perimetro di 18 chilometri ed una profondità di 50 metri, offrendo un incredibile varietà di fondali che offrono un infinità di habitat a numerose specie ittiche.
Lungo le sponde del lago, eccetto alcuni tratti, un folto canneto crea un habitat intermedio tra la riva e le acque, come una protezione naturale dove numerosi uccelli trovano riparo durante la riproduzione.
Nella parte nordoccidentale si estende una notevole zona umida ed una giuncaia che occupa una considerevole estensione, dove si svolge la vita di molti uccelli acquatici.

Flora

Orchidea spontanea

L’intero territorio, eccetto i coltivi e le radure, è ricoperto da lussureggianti boschi d’alto fusto che si estendono per circa 1000 ettari, di cui una considerevole estensione ricopre il M. Venere.
L’estensione maggiore ricopre i pendii della conca craterica, dando origine ad una fascia boschiva che circoscrive l’intera vallata.
Nonostante esista una grande varietà vegetazionale sono facilmente distinguibili i boschi di faggio, cerro e castagno ceduo. La particolarità del microclima, caratterizzato da un’accentuata piovosità e dalla capacita del terreno di contenere l’evaporazione, permette al faggio di crescere forte e rigoglioso, con secolari esemplari che superano 35 metri di altezza, a quote insolite per questo albero che, in genere, cresce oltre i 800 metri s.l.m., mentre sui versanti nord-orientali di M. Venere e M. Fogliano, scende a 500 mt s.l.m..
La natura, grazie al clima, si presenta nel suo massimo splendore anche nelle essenze vegetali minori tra cui una notevole concentrazione di orchidee spontanee.

Fauna
La Riserva ospita oltre 170 specie di uccelli, molti dei quali nidificanti.
Le specie avicole rappresentano uno degli aspetti più importanti, facilmente avvistabili e ben adattate lungo le rive: svasso maggiore, aironi, garzette, cormorani, germani reali e moriglioni, grazie anche alla ricchezza della vegetazione, che, per molte specie, rappresenta la base vitale per l’alimentazione.
All’interno della Riserva sono osservabili alcuni falconiformi, tra questi la poiana, il gheppio, il nibbio bruno, il pellegrino .
Di notte si animano tutti quei mammiferi che di giorno vivono nelle tane e negli anfratti: volpi, faine, donnole, istrici, cinghiali.
Tutta la valle del lago potrebbe raccontare la storia di millenni e i delicatissimi equilibri che regolano la natura; basta essere attenti osservatori ed amanti della natura per scoprire che anche il più piccolo filo d’erba nasconde questi tesori

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Numeri utili
Ufficio Turistico di Caprarola, Tuscia Doc, Tel. 0761 647941 – e-mail: info@tusciadoc.com

VISITE GUIDATE E GUIDE TURISTICHE: Tel. 0761 645404

Per Guide e accompagnatori nella Riserva Naturale del Lago di Vico ed in tutta la Tuscia:
TusciaDoc Tel 0761 647941 – Fax 0761 645325
e-mail: info@tusciadoc.com

Guide turistiche per gruppi, agenzie, tour operator ed individuali
Guide Tematiche Specializzate, Degustazione prodotti tpici

Per informazioni sulla Riserva: centro visite della Riserva Naturale Lago di Vico Tel 0761 647444

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